Forza Italia esprime solidarietà per le maestranze dell’ISES. Solo adesso si scopre il buco milionario?
Il Centro riabilitativo ISES è nato nel 2004 ma dopo la sospensione dell’accreditamento da parte dell’ASL vive un momento di profonda crisi finanziaria.
Forza Italia esprime totale solidarietà umana alle famiglie dei dipendenti, al consiglio di amministrazione dimessosi e conferma disponibilità politica massima sulla questione, visto che restano in campo le soluzioni di delocalizzazione della struttura esistente e spiragli dinanzi al Consiglio di Stato.
Appalti a km 0: più rispetto per le nostre ditte.
Non abbiamo assolutamente intenzione di entrare in polemiche sterili, che caratterizzeranno una campagna elettorale “avvelenata” fatta di stoccate personali e non di critica politica.
Oggi illustriamo alla cittadinanza la seconda proposta programmatica.
Si tratta di un nuovo modo di approcciarsi rispetto gli appalti, in assoluta compatibilità con la normativa nazionale e comunitaria esistente.
“Appalti a chilometro zero“ sintetizza una nuova logica amministrativa, tesa a premiare la territorialità delle ditte. Questo regolamento consente, per i lavori con importo di gara fino a 500.000€, di invitare dieci imprese che abbiano sede legale in Eboli.
E’ un evidente sostegno per le imprese locali, particolarmente colpite dalla crisi economica, che rappresenta un pilasto programmatico per la nostra coalizione. Una disciplina per le gare di appalto pubblico che, a determinate condizioni di qualità ed efficienza, favorisca le #dittebolitane, evitando gli errori del passato ( con ditte del napoletano che compivano lavori di scarsa qualità).
#appaltiakm0 per garantire a tutti i cittadini solo il meglio dei servizi, renderà maggiormente responsabili le imprese locali che si sentiranno protagoniste “in casa”. Così facendo saranno immediate le ricadute occupazionali, poichè in Città una politica per contrastare la disoccupazione non è stata mai messa in atto. Siamo convinti che con strumenti simili daremo una boccata di ossigeno agli imprenditori ebolitani e lanceremo un segnale incentivante per la predisposizione di lavori altamente qualitativi.”
Far ripartire l’edilizia: un dovere.
Stiamo assemblando un programma snello ma concreto, che mira a far crescere la nostra città e ridisegnare intere fette di territorio.
Come già detto in precedenza abbiamo sei priorità e una di queste è rappresentata dall’urbanistica.
Il piano regolatore generale voluto dall’allora giunta Rosania-Cariello ha di fatto bloccato lo sviluppo ad Eboli; non vengono costruite più abitazioni e le gru sono diventate, nel corso degli anni, un ricordo.
I nostri obiettivi sono e restano i seguenti: salvaguardare il suolo da un consumo eccessivo; rispettare l’ambiente; stop alle varianti su zona agricola; via libera ad una perequazione urbanistica tanto auspicata ma mai ottenuta. Il tutto, tenuto conto della perdurante crisi del mercato immobiliare, si concretizza con una cura shock che serve a ridare ossigeno all’intero comparto edilizio: l’abbassamento della pezzatura minima per edificare.
Moltissimi residenti delle zone periferiche, ma soprattutto chi aveva intenzione di costruire casa per esigenze familiari, hanno dovuto fare i conti con un limite invalicabile: 27.000 metri quadri per poter costruire. Al di sotto di questa porzione di terreno non è stato possibile sviluppare nessuna abitazione, se non qualche deposito agricolo ( con successivo cambio di destinazione d’uso).
Portare a 10.000 metri quadri il limite minimo per la costruzione di una casa è un dovere.
Contestualmente evitiamo inutili colate di cemento, salvaguardando l’ambiente e dando un segnale importante in tema di consumo del suolo. Questa misura è stata valutata in maniera approfondita dai nostri tecnici e ritenuta realizzabile.
Eboli Tavola 2.2 Proiezioni territoriali del PSC
Evidenti sarebbero le conseguenze occupazionali: se riparte l’edilizia, si mette in moto una catena lavorativa che inevitabilmente porta molti disoccupati del settore a rimettersi in gioco, senza dimenticare le tante ditte presenti sul territorio che finalmente potrebbero avere una boccata d’ossigeno.
Siamo convinti che solo con una cura shock potremo rilanciare questo settore in crisi