Regolamento beni patrimoniali: un affare per pochi.
Il 13 luglio 2018 la maggioranza in Consiglio Comunale ha approvato un nuovo Regolamento per i Beni Patrimoniali che rappresenta un evidente inizio di campagna elettorale, in cui la discrezionalità delle assegnazioni tramite alcune eccezioni avrà un ruolo decisivo nell’orientamento privilegiato verso le associazioni e comitati di quartiere “amici”.
Noi già avevamo uno strumento che disciplinasse la concessione del nostro patrimonio, tramite il regolamento approvato nel 2014 dal Commissario Prefettizio, il quale stabiliva che qualsiasi bene pubblico dovesse essere messo a bando per la sua assegnazione per garantire trasparenza, imparzialità e terzietà. Questi principi a tutela della legalità nel 2014 furono condivisi anche da chi oggi amministra la Città ed allora si candidava per il cambiamento, di cui oggi non si ha traccia. Bastava fare delle piccole modifiche per le strutture sportive, visto il fallimento della Multiservizi, e si poteva andare avanti così. Purtroppo ciò che è accaduto nell’assise comunale ribalta totalmente quanto condiviso e stabilito il quel regolamento, che negli ultimi tre anni non è stato mai applicato perché scomodo. Infatti per ovviare ai troppi vincoli hanno deciso di modificarlo, inserendo capitoli e punti specifici per favorire la discrezionalità politica e limitare il lavoro dell’ufficio patrimonio.
Hanno previsto un articolo dedicato alle “Deroghe (art. 18 quater)” attraverso cui la Giunta Comunale potrà decidere a chi assegnare un bene patrimoniale, “qualora ricorrano casi particolari o per esigenze e circostanze non prevedibili”, evitando le trafile dell’avviso pubblico. I soggetti interessati saranno: Enti pubblici o di rilevanza pubblica e/o sociale, Aziende o Agenzie pubbliche, Associazioni con fini sociali – assistenziali di rilievo sovracomunale; Comitati di quartiere; Enti di Culto o istituzioni religiose legalmente riconosciute. Inoltre, i fortunati che avranno la concessione del bene dalla Giunta, potranno riceverlo addirittura fino al termine di dieci anni. Per noi ciò è decisamente un chiaro messaggio elettorale, che favorirà una politica clientelare privilegiando pochi graziati.
Un ulteriore aspetto dannoso che va in questa ottica sarà l’indicazione a priori dei criteri di valutazione delle offerte per l’assegnazione di un bene. È evidente la volontà politica di limitare l’autonomia dell’ufficio patrimonio che dovrà predisporre l’avviso pubblico, di mettere dei paletti e cucire vestiti che potranno essere indossati sempre da pochi privilegiati.
Paradossale è stata la bocciatura senza lettura degli emendamenti correttivi presentati in Consiglio, in particolare uno: all’art. 50 “Facoltà del Concessionario” avevamo chiesto di inserire un passaggio in cui si prevenissero tentativi di estorsione, obbligando il concessionario a denunciare pressioni e/o richieste di denaro per i servizi annessi alle strutture sportive.
Pertanto denunciamo fortemente quanto approvato dai Consiglieri che sostengono il Sindaco Cariello, un tentativo di condizionare le scelte future a vantaggio di pochi per un tornaconto elettorale. Gli Ebolitani non si faranno ingannare anche se si tenta di indottrinare la Cittadinanza mostrando loro il Bello, lo Spettacolo, i Giochi. Chiediamo ai Cittadini di impegnarsi in prima persona per capire le reali strategie politiche messe in atto per una prematura campagna elettorale.
Regolamento anti usura: Eboli diventa presidio di legalità.”
Sono trascorsi tre mesi dall’approvazione all’unanimità della mozione anti usura del gruppo Forza Italia.
Pochi minuti fa il consiglio comunale, con il voto ancora una volta unanime di tutte le forze politiche , ha definitivamente licenziato il regolamento per il PER IL SOSTEGNO ALLE IMPRESE E AI CITTADINI CHE HANNO SPORTO DENUNCIA A SEGUITO DI ATTI DI ESTORSIONE E/O USURA.
Quale proponente e relatore del testo non posso che ritenermi entusiasta,sottolineando che gli steccati politici in questi frangenti vengono sempre superati.
Mi corre l’obbligo politico di ringraziare il Presidente del consiglio comunale ( per la disponibilità a velocizzare l’iter),
il Presidente della Commissione Affari Istituzionali Pasquale Lettera e tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione.
Eboli è la prima città in provincia di Salerno a dotarsi di uno strumento simile che prevede forti agevolazioni tributarie a chi denuncia il pizzo e si affianca allo sportello anti racket.
Quello che ho presentato è un Verrà creato un fondo di solidarietà ad hoc.
Il messaggio che lanciamo è semplice: denuncia l’usuraio, ti conviene!
Un esempio di legalità e di vicinanza alle vittime degli strozzini, un
investimento per la città.”
La nostra proposta (approvata!):chi denuncia il pizzo non paga le tasse.
“Con viva soddisfazione il consiglio comunale, ieri in tarda serata, ha approvato all’unanimità dei presenti (26/26) la mozione che prevede agevolazioni tributarie per chi denuncia atti di estorsione e/o usura.
Eboli lancia un segnale di legalità importante. Infatti, dopo l’approvazione della mozione contro tutte le mafie nel 2010, gli indirizzi di contrasto a quelli che possiamo definire “reati sommersi” hanno visto la totale condivisione delle forze politiche.
Ringrazio tutti i colleghi che hanno dato il loro assenso a quello che costituisce un reale passo in avanti nella battaglia contro il pizzo.
La mozione di Forza Italia si affianca all’apertura , avvenuta nel mese di ottobre, dello sportello contro il racket e si basa principalmente sulla necessità di dare risposta ai tanti che vorrebbero vicini le istituzioni in momenti delicati della propria vita. L’estorsione, l’usura e il pizzo possono emergere anche grazie a provvedimenti di questo tipo.
I dati forniti dal Viminale decretano al mese di giugno 2013 un aumento pari al 3.6% di questi crimini.Le cause vanno ricercate oltre nella crisi anche nella paura delle vittime di ritrovarsi soli dopo la denuncia; proprio a tal proposito nel regolamento attuativo vengono previste agevolazioni ed esenzioni fiscali per cinque anni successivi alla denuncia.
Ecco la proposta di delibera che entro due mesi diverrà esecutiva:
Il verificarsi delle condizioni di cui al precedente comma verrà certificato dal Prefetto su richiesta dell’Ente o tramite acquisizione di sentenza penale.