• Estate 2021: proposte operative per la fruizione delle spiagge libere.

    La coalizione che sostiene il candidato a sindaco, Avv. Damiano Cardiello, illustra alla stampa le proposte inviate al Commissario Straordinario, Dott. Antonio De Iesu.

    In vista della prossima stagione estiva il Comune di Eboli dovrà occuparsi per tempo di definire le modalità di fruizione delle spiagge libere: ne andrà garantito il libero accesso e un utilizzo sicuro e sostenibile, accantonando chiusure ingiustificate dei tratti.
    Non sarà un compito facile, per questo è opportuno ragionarci attentamente sin d’ora, definendo, spiaggia per spiaggia, le capacità di carico di ogni singola spiaggia per prevenire pericolosi affollamenti e garantire il rispetto delle norme anti covid.
    In attesa di capire quali misure verranno disposte dal Governo per quanti vorranno andare al mare, va predisposto un piano di gestione delle spiagge libere con le possibili misure da adottare e pianificata una strategia per affrontare al meglio una stagione che sarà improntata alla logica di distanziamento sociale che abbiamo imparato a praticare.
    Nel 2020 si sono registrati numerosi disagi a causa della chiusura di molti tratti di spiaggia libera, per scelte politiche poco comprensibili.
    Quest’anno sarà il Commissario Straordinario ad adottare ogni e più utile iniziativa in merito e per tale motivo illustriamo alcune proposte:
    1) la definizione al più presto della capacità di carico antropico per ciascuna spiaggia;
    2) la realizzazione di materiale informativo con le disposizioni da adottare (rispetto distanza fra ombrelloni o asciugamani, utilizzo dispositivi sanitari, …) e l’adeguata installazione di pannelli informativi all’ingresso;
    3) la previsione, accanto alle misure prettamente sanitarie, anche di indicazioni di carattere ambientale, come l’installazione di contenitori per la raccolta differenziata dei rifiuti;
    4) la predisposizione di luoghi di sanificazione in prossimità delle spiagge;
    5) il coinvolgimento e l’individuazione di una task force (volontari, pro loco, protezione civile, ausiliari…) cui affidare il controllo delle presenze in spiaggia superate le quali si possano attivare le forze dell’ordine per vietare l’ingresso alle spiagge;
    6) L’adozione in alcune situazioni di pratiche di delimitazione e prenotazione degli spazi alla stregua di quanto fatto in altre situazioni facendo ricorso ad app di prenotazione.
    Per questi motivi si chiede la convocazione di un tavolo tecnico comunale, operativo sin da subito, alla presenza di operatori balneari, associazioni di volontariato, Legambiente, forze dell’ordine e uffici preposti, per far si che le spiagge libere tornino agli ebolitani in tutta sicurezza.

  • Questione #sicurezza: richiesto il distaccamento del Reparto prevenzione crimine al Commissario De Iesu.

    La campagna elettorale alle porte non può e non deve far dimenticare i problemi reali della nostra Città.
    La questione sicurezza è uno dei temi principali da affrontare con immediatezza.
    Per questo motivo, nella giornata odierna abbiamo formulato una richiesta ufficiale al Commissario Straordinario di Eboli, Dott. Antonio De Iesu, per istituire il Reparto Prevenzione Crimine nella nostra Città o avere una sezione distaccata.
    Vale la pena ricordare che l’unica task force di pronto intervento in Campania è ubicata a Napoli, mentre da Salerno e fino a tutta la zona a sud manca un presidio fondamentale in termini di sicurezza.

    Infatti, gli uomini del citato reparto partecipano ai servizi c.d. ad “alto impatto”, nell’ambito dei piani coordinati anche con le altre forze di polizia, per fronteggiare situazioni di criminalità, sia comune che organizzata,  che determinano un grave allarme sociale.
    Nella piana del Sele ed in provincia di Salerno, l’allarme del Procuratore della Repubblica, Dott. Giuseppe Borrelli, circa le infiltrazioni mafiose non può rimanere inascoltato e necessita di un supporto ulteriore rispetto alle già presenti e incessanti operazioni delle forze dell’ordine sul territorio.
    Eboli si candida ad essere città ospitante di un nucleo importante per il contrasto alla micro e macro criminalità.
    Continueremo a compulsare sulla tematica sicurezza, approfittando della grande capacità di ascolto e di sintesi, il Commissario De Iesu.”

     

  • FESTA NEOMELODICA AL LIDO DISABILI DEL COMUNE. CARIELLO SI DIMETTA.

    Tutto qui accade.
    Non è solo il titolo della canzone con cui Cariello e compagni stanno infastidendo i cittadini per la loro campagna elettorale, ma è la frase che racchiude, in realtà, la filosofia che regna in Città.
    Accade di tutto, proprio di tutto.
    Apprendiamo sconcertati del “delirio” con cui è stato accolto un noto cantante neomelodico sabato 12 settembre 2020 presso il lido comunale per disabili.
    Ebbene si, proprio quella struttura presentata come fiore all’occhiello delle politiche sociali da Cariello, si è ridotta a luogo di raccolta per gli amanti della musica napoletana, tra una “melodia, il trap e il pop”, come annunciato dallo speaker all’ingresso del cantante.
    Un ulteriore esempio di come i beni comunali diventino, di fatto, privati.
    Una conferma che a Eboli regna l’anarchia totale, dove nessuna regola viene rispettata, anzi.
    Una festa di sabato sera, quando quel lido dovrebbe essere chiuso al pubblico e controllato.
    Un mega assembramento degno delle peggiori scene di irresponsabilità.
    Nessuna norma, benchè minima, in materia di distanziamento e contrasto alla diffusione del Covid19 è stata imposta.
    Decine di persone senza mascherina, festanti e in “delirio” per un cantante neomelodico che, probabilmente, non sapeva neanche di essere su un suolo comunale.
    Quello che doveva essere il lido per diversamente abili è diventato, in pochi minuti, il centro di attenzione dei fans di Salvatore Adani.
    Quanto accaduto non solo desta profondo sconcerto per la quasi totalità di violazione delle regole, ma infanga l’immagine di Eboli, già dilaniata da decine di inchieste giudiziarie pesantissime che vedono coinvolto Cariello in prima persona.
    Una festa di sabato sera, quando quel lido dovrebbe essere chiuso al pubblico e controllato.
    Un mega assembramento degno delle peggiori scene di irresponsabilità.
    Cosa ne pensa l’alleato di Cariello, quello che sbandierava il lanciafiamme a marzo, alias De Luca?
    Cosa ne pensano il Comandante della Polizia Municipale e il Questore di Salerno?
    A Cariello, ovviamente, poniamo alcune domande prima delle dimissioni che dovrebbe rassegnare in 24 ore vista la gravità della situazione:

    1)    Chi ha autorizzato una festa privata all’interno di un lido pubblico?

    2)    Chi ha pagato il cantante neomelodico?

    3)    Perché non sono state rispettate le benchè minime norme anti Covid19 ?

    4)    Chi ha gestito la sosta delle autovetture lungo lo spartifuoco?

    5)    E’ stata richiesta l’autorizzazione, ex art. 68 e 80 TULPS, almeno tre giorni prima alla Questura?

    6)    Verrà revocata la concessione alla Cooperativa sociale che gestisce il lido?

    Nell’ attesa che Cariello e i “De Luca” rispondano, invitiamo i nostri elettori a recarsi alle urne e scrivere LEGALITA’ sulla scheda elettorale, così da lanciare un segnale chiaro alle Istituzioni.
    Eboli, 14/09/2020

                                                                                          Consiglieri comunali

    Damiano Cardiello – Fido Santo Venerando

  • Il comune di Eboli diventa terra proibita per la democrazia:

    A causa di una impunità generalizzata, illegalità diffusa, prendiamo atto che mancano le condizioni di agibilità politica.
    In questo contesto e con il relativo clima avvelenato venutosi a creare, c’è la consapevolezza che le persone perbene restino isolate.
    Con i documenti ritirati e tutto pronto per la consegna, sono profondamente rammaricato nel dover comunicare che non concorrerò alle elezioni a sindaco di Eboli. Questo annuncio, inaspettato e improvviso arriva dopo cinque anni di incessante lavoro sul territorio, tra la gente e al servizio dei cittadini che hanno la legalità nel cuore.
    Pochi giorni fa, insieme ai vertici della coalizione civica, ho dovuto constatare che non c’erano più le condizioni politiche e di agibilità per svolgere serenamente la campagna elettorale. Questa scelta nasce anche a seguito di alcune vicende che, di anno in anno, continuano a perdurare sul nostro territorio.
    Basti pensare alle ombre della camorra, come citato dalla stampa locale, che sovrastano il Comune di Eboli per la gestione dei parcheggi, vicenda mai chiarita dalle Istituzioni sovracomunali (Prefettura in primis) nonostante nostre esplicite richieste.
    Senza dimenticare, poi, le gravi minacce subite dal sottoscritto nel mese di luglio 2017 da un imprenditore locale che ha ricevuto affidamenti diretti e ha continuato ad aggiudicarsi bandi pubblici, nonostante tutto. Il motivo di questa acerrima ostilità erano le richieste di accesso agli atti fatte per dovere di trasparenza ma che davano fastidio, andavano a mettere le mani dove non dovevano. Quell’episodio, ad oggi, resta impunito e il fascicolo ancora pendente.
    Vien da chiedersi se Eboli sia un’isola felice dove regnano sviluppo e legalità, oppure sia stata cancellata d’un tratto dalla geografia giudiziaria e questo lo dico senza avere alcun interesse politico, come qualcuno vorrebbe far credere, ma con un unico intento: accertare se esista un “sistema” che soffoca l’ordinario svolgimento amministrativo e politico in Città.
    E questo andava chiarito dalle Autorità preposte ben prima delle elezioni comunali, onde salvaguardare da un lato la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni, scomparsa di fatto e relegata a mero principio astratto, e dall’altro il regolare svolgimento delle elezioni amministrative.
    Vicende che sommate alle continue notizie riportate settimanalmente dai quotidiani locali, rendono queste elezioni,  non un alto momento politico, ma una farsa degna del peggiore sceneggiatore.
    Anche alla luce di questa consapevolezza, ascoltati cittadini e candidati, ho ritenuto doveroso fare un passo indietro.
    Questa decisione la prendo con piena consapevolezza, anche in virtù di quanto abbiamo costruito in questi cinque anni di battaglie, con oltre 200 tra interrogazioni comunali, mozioni ed emendamenti presentati in consiglio comunale.
    Per questo, mi corre l’obbligo di ringraziare chi mi è stato vicino e continuerà a farlo senza alcun tentennamento, tra cui il collega Fido Santo Venerando e tutti gli amici/simpatizzanti del nostro movimento politico.
    Un lavoro che non solo non andrà perso, ma che intendo proseguire concretamente, seppure in altre forme, per il rilancio del territorio e di tutti i cittadini perbene di Eboli.

    Eboli,22/08/2020

  • No al 5G: prima la salute pubblica e la tutela ambientale.

    Oggetto: moratoria per la sperimentazione della tecnologia 5G su tutto il territorio comunale e monitoraggio ambientale per la tutela della salute pubblica


    PREMESSO CHE

    • Che il Consiglio dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ad esito della consultazione pubblica avviata con la delibera n. 89/18/CONS, ha approvato con delibera n. 231/18/CONS le procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz per sistemi di comunicazioni elettroniche di quinta generazione (5G);
    • La tecnologia di comunicazione 5G è in fase di sperimentazione dal 2017 e s’aggiungerà agli standard ancora esistenti per le tecnologie 2G, 3G e 4G prevedendone la sostituzione nell’arco di pochissimo tempo e che la previsione di introduzione della nuova generazione di standard 5G è per il 2019-2020, atteso che dal 1° Gennaio 2019 sono operative le nuove bande messe all’asta dal Governo;

     

    • Che, come noto, numerosi, attendibili e qualificati studi medico-scientifici nazionali ed internazionali attestano la potenziale nocività per la salute umana delle onde elettromagnetiche, emessi da tecnologie di comunicazione senza fili, con rischi per il sistema neurologico, immunitario, endocrinologici e persino genotossici-tumorali e un aumento di fenomeni di elettrosensibilità nella popolazione;

     

    • Il 5G si basa su microonde a radiofrequenze più elevate dei precedenti standard tecnologici, anche dette onde millimetriche, che comportano due implicazioni principali: maggiore energia trasferita ai mezzi in cui le radiofrequenze vengono assorbite (in particolare i tessuti umani) e minore penetrazione nelle strutture solide, per cui vi è la necessita di un maggior numero di ripetitori (a parità di potenza) per garantire il servizio;

     

    • Il piani del Governo prevedono una copertura del 5G sul 98% del territorio nazionale, non solo le cosiddette Smart City ma pure parchi, aree naturali, zone di campagna e piccoli centri a bassa densità abitativa, per riuscire a servire il 99% della popolazione italiana;

     

    • secondo le previsioni e stando ad alcune dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa dai vertici delle aziende del wireless, ciò potrebbe comportare l’innalzamento dei limiti di legge per la soglia d’irradiazione elettromagnetica dagli attuali e cautelativi 6 V/m ai più elevati e rischiosi 61 V/m, a cui la popolazione potrebbe essere esposta 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, comportando l’installazione di nuova infrastruttura tecnologica di rete, ovvero mini-antenne a microonde millimetriche quantificabili persino in milioni se una ogni pochi metri sui lampioni della luce, nei tombini dei marciapiedi, in cielo coi droni e in orbita nello spazio col Wi-Fi satellitare;

     

    • Le radiofrequenze del 5G sono del tutto inesplorate, mancando qualsiasi studio preliminare sulla valutazione del rischio sanitario e per l’ecosistema derivabile da una massiccia, multipla e cumulativa installazione di milioni di nuove antenne che, inevitabilmente, andranno a sommarsi alle decine di miglia di Stazioni Radio Base ancora operative per gli standard tecnologici di comunicazione senza fili 2G, 3G, 4G oltre alle migliaia di ripetitori Wi-Fi attivi;

     

    • Il documento pubblicato nel 2019 dal Comitato scientifico sui rischi sanitari ambientali ed emergenti (SCHEER) della Commissione europea, affermando come il “5G lascia aperta la possibilità di conseguenze biologiche” ha evidenziato un chiaro segnale agli Stati membri, soprattutto all’Italia, sui pericoli socio-sanitari derivabili dall’attivazione ubiquitaria del 5G (che rileva gravissime criticità, in parte sconosciute sui problemi di salute e sicurezza dati) confermando l’urgente necessità di un intervento normativo nei riguardi della diffusione di tale nuova tecnologia 5G;

     

    • Nei paesi industrializzati e occidentali sempre più cittadini negli ultimi decenni manifestano l’insorgenza di sintomi correlati all’esposizioni ubiquitaria di campi elettromagnetici, definiti clinicamente e dalla letteratura scientifica come sintomi di “ipersensibilità elettromagnetica”, ovvero Elettro-Iper-Sensibilità o più comunemente meglio nota come Elettrosensibilità, e che i più comuni sintomi sono mal di testa, eruzioni cutanee, difficoltà di concentrazione, insonnia, acufeni, tachicardia, stordimento e difficoltà digestive;

     

    • Nel 2004 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha organizzato a Praga un convegno su questa patologia con un rapporto finale pubblicato nel 2005 in cui l’Elettrosensibilità è definita come “un fenomeno in cui gli individui avvertono gli effetti avversi sulla salute quando sono in prossimità di dispositivi che emanano campi elettrici, magnetici o elettromagnetici”;

     

    • È stato dimostrato in quattro studi (Rea 1991 Havas 2006, 2010, McCarty et al. 2011) che è possibile identificare persone con ipersensibilità elettromagnetica e dimostrare che possono essere testati usando risposte obiettive, misurabili, dimostrando che questi soggetti sono realmente ipersensibili se confrontati con i normali controlli;

     

    • Altri studi dimostrano che ci sono veri e propri cambiamenti fisiologici nei soggetti con Elettrosensibilità e che due studi (De Luca, Raskovic, Pacifico, Thai, Korkina 2011 e Irigaray, Caccamo, Belpomme 2018) hanno dimostrato che le persone elettrosensibili hanno alti livelli di stress ossidativo e una prevalenza di alcuni polimorfismi genetici, che potrebbero suggerire una predisposizione genetica;

     

    • I ricercatori stimano che circa il 3 % della popolazione mondiale ha gravi sintomi associati alla Elettrosensibilità mentre un altro 35% della popolazione ha sintomi moderati come deficit del sistema immunitario o malattie croniche;

     

    • Come avviene per altre ipersensibilità ambientali, l’Elettrosensibilità presenta una varietà di sintomi ed è spesso associata alla Sensibilità Chimica Multipla alla Fibromialgia e alla Sindrome da Fatica Cronica;

     

    • Secondo un’indagine interna del Bundesamt für Strahlenschutz (Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni), in Germania vi sono molte migliaia di persone elettrosensibili che cercano di evitare le onde elettromagnetiche come quelle generate, ad esempio, da cellulari, Smartphone, Stazione Radio Base o meglio antenne di telefonia mobile o WLAN, e che lo stesso Ufficio federale stima che in Germania circa il 6 % della popolazione con sintomi di malattie reagisce alle radiazioni ad alta frequenza e si profila una tendenza all’aumento della percentuale;

     

    • Il Parlamento Europeo nella Risoluzione del 2009 e l’Assemblea del Consiglio d’Europa con la Risoluzione n° 1815 del 2011 hanno richiamato gli stati membri a riconoscere l’Elettrosensibilità come una disabilità, al fine di dare pari opportunità alle persone che ne sono colpite;

     

    • Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, direzione generale per l’inclusione e le politiche sociali, per mezzo dell’Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, rispondendo ad una richiesta avanzata dalla Rete No Elettrosmog italiana sul riconoscimento dell’Elettrosensibilità come disabilità, il 16 Giugno 2015 ha affermato di non disconoscere “l’importanza della tematica”;

     

    • Che un oramai considerevole numero di studi medico-scientifici internazionali ritiene l’elettrosmog una causa di quattro effetti fisiologici primari: la perdita di tenuta della barriera ematoencefalica, l’interferenza con la produzione di melatonina, la destabilizzazione della regolazione delle membrane cellulari e danni genetici. Inoltre, i campi elettromagnetici interferirebbero con la funzione riproduttiva, compromettendo gravemente il sistema immunitario, endocrino, cardiovascolare e le funzioni neurologiche degli esseri umani. Ne conseguono sintomi di malessere e patologie che variano da un livello medio ad uno grave, come mal di testa, nausea, perdita di concentrazione e di memoria, disturbi dell’umore e cardiaci, sino ai tumori cerebrali, tiroidei e delle ghiandole parotidee e a ingenti danni arrecati al DNA;

     

    • Riscontrati gli “effetti nocivi sulla salute umana” il 15 Gennaio 2019 il TAR del Lazio ha quindi condannato i ministeri di salute, ambiente e pubblica istruzione a promuovere un’adeguata campagna informativa “avente ad oggetto l’individuazione delle corrette modalità d’uso degli apparecchi di telefonia mobile”, mentre una serie di sentenze emesse nell’ultimo decennio dalla magistratura internazionale e italiana attestano il danno da elettrosmog, l’elettrosensibilità e il nesso causale telefonino=cancro, anche oltre ogni ragionevole dubbio (Cassazione 2012), tanto che note compagnie internazionali di assicurazione come Swiss Re e Llyoid’s non ne coprono più il danno;

     

    VISTO CHE

    • proprio per le peculiari caratteristiche considerate, sperimentazioni e adozione di tali nuove tecnologie altamente rischiose per umanità ed ecosistema dovrebbero avere una valutazione preliminare sull’impatto e prendere in considerazione il rischio attribuibile a tale intervento prima che lo stesso sia realizzato, potendo fare ancora valutazioni ex-ante sul se e come realizzarlo;

     

    CONSIDERATO CHE

    • si individua I’ARPA come Ente adibito a rilasciare il parere tecnico in merito alla compatibilità di un progetto inerente la richiesta e il rilascio dell’autorizzazione all’installazione e alla modifica degli impianti, attraverso la verifica dei campi elettromagnetici;

     

    • si individua il Comune quale ente competente in ambito territoriale al rilascio dell’autorizzazione per l’installazione e la modifica degli impianti per telecomunicazioni e radiodiffusione;

     

    • spetta al Sindaco la responsabilità penale, civile, amministrativa, di accertarsi nelle competenti sedi, per le conseguenze di ordine sanitario, che dovessero manifestarsi a breve, medio e lungo termine nella popolazione residente nel territorio comunale;

     

    • spetta al Sindaco, nella Sua veste di ufficiale di Governo e massima autorità sanitaria locale in ossequio all’art. 32 della Costituzione ed al principio di precauzione sancito dal diritto comunitario e dall’art. 3‐ter del D. L.vo n. 152/2006, al fine di fronteggiare la minaccia di danni gravi ed irreversibile

     

     

    per i cittadini di adottare l’adozione delle migliori tecnologie disponibili e di assumere ogni misura e cautela volte a ridurre significativamente e, ove possibile, eliminare l’inquinamento elettromagnetico e le emissioni prodotte ed i rischi per la salute della popolazione;

     

    CONSIDERATO ALTRESI CHE

    • con Delibera n° 231/18/CONS l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha individuato 120 piccoli centri pilota sul territorio italiano su cui sperimentare la tecnologia 5G;

     

    • che nel 2011 la IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato i campi elettromagnetici delle radiofrequenze come possibili cancerogeni per l’uomo e che l’1 novembre 2018 il National Toxicology Program ha diffuso il rapporto finale di uno studio su cavie animali dal quale è emersa una «chiara evidenza che i ratti maschi esposti ad alti livelli di radiazioni da radiofrequenza, come 2G e 3G, sviluppino rari tumori delle cellule nervose del cuore». Il rapporto aggiunge anche che esistono anche «alcune evidenze di tumori al cervello e alle ghiandole surrenali». E qui si sta parlando ancora di 2G e 3G, ma ora si vuol introdurre in modo ubiquitario, capillare e permanente il 5G;

     

    • Nel marzo 2018, inoltre, sono stati diffusi i primi risultati dello studio condotto in Italia dall’Istituto Ramazzini di Bologna (Centro di ricerca sul cancro Cesare Maltoni), che ha considerato esposizioni alle radiofrequenze della telefonia mobile mille volte inferiori a quelle utilizzate nello studio sui telefoni cellulari del National Toxicologic Program, riscontrando gli stessi tipi di tumore. Infatti, sono emersi aumenti statisticamente significativi nell’incidenza degli schwannomi maligni, tumori rari delle cellule nervose del cuore, nei ratti maschi del gruppo esposto all’intensità di campo più alta, 50 V/m. Inoltre, gli studiosi hanno individuato un aumento dell’incidenza di altre lesioni, già riscontrate nello studio dell’NTP: iperplasia delle cellule di Schwann e gliomi maligni (tumori del cervello) alla dose più elevata;

     

    • Sono quasi duecento gli scienziati indipendenti che, guidati dal professor Lennart Hardell, hanno sottoscritto l’appello per una moratoria del 5G. Un altro appello internazionale ha già raccolto le adesioni di ricercatori, cittadini e organizzazioni di 96 paesi e mette a disposizione una bibliografia ricchissima, che attesta numerosi rischi biologici da elettrosmog. In Italia, non da ultimo, una petizione ha già raccolto migliaia di firme e l’associazione ISDE Medici per l’Ambiente ha chiesto al Governo «un piano di monitoraggio dei possibili effetti sanitari e una moratoria per l’esecuzione delle sperimentazioni 5G su tutto il territorio nazionale sino a quando non sia adeguatamente pianificato un coinvolgimento attivo degli enti pubblici deputati al controllo ambientale e sanitario”;

     

    • Martin Pall, Professore emerito di Biochimica e Scienze mediche di base, Washington State University (USA) nel Commento dell’8 Ottobre 2018 alle Linee Guida dell’ICNIRP e alle relativi Appendici sui Limiti per l’Esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici variabili nel tempo (da 100 kHz a 300 GHz) denuncia il pericolo per la salute umana derivabile dall’elettrosmog e dal 5G;

     

    • Che in Germania il Comune di Ravensburg ha predisposto la creazione di zone senza il 5G proprio a tutela dei cittadini ammalati di Elettrosensibilità;

     

    • Audita il 26 Febbraio 2019 presso la Commissione (IX) Traporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati, la dott.ssa Fiorella Belpoggi, scienziata dell’Istituto Ramazzini, direttrice del Centro per la Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni, riferendosi ai pericoli socio-sanitari del 5G ha poi affermato nella successiva conferenza stampa di Montecitorio organizzata con l’alleanza italiana STOP 5G come “non si capisce perché le aziende chimiche e automobilistiche facciano studi e test prima di immettere sul mercato nuovi prodotti e al contrario delle aziende di telefonia mobile. L’introduzione senza cautela del 5G, nonostante gli allarmi, sembra non aver insegnato nulla ai governi rispetto alle lezioni del passato: i governi dovrebbero prendere tempo in attesa di valutazioni accurate sulla pericolosità di questa tecnologia innovativa con studi sperimentali appropriati. Si tratta a questo punto solo di volontà politica, agire per garantire la salute pubblica sarebbe solo un fatto di democrazia”;

     

    • Audita il 26 Febbraio 2019 presso la Commissione (IX) Traporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati, la Dott.ssa Stefania Borgo di ISDE Italia, medici per l’ambiente, riferendosi ai pericoli socio-sanitari del 5G ha poi affermato nella successiva conferenza stampa di Montecitorio organizzata con l’alleanza italiana STOP 5G ha affermato come “le radiofrequenze utilizzate nella tecnologia 5G hannomostratoin molti studi animali una non trascurabile tossicità legata ad effetti biologici, ed in particolare sul DNA, in grado di indurre tumori e alterazioni di diversi apparati, riproduttivo, metabolico e sistema nervoso ed è pertanto altamente auspicabile che in questo caso si applichi il principio di precauzione, sulla base del quale è raccomandato condurre, prima dell’introduzione di una nuova tecnologia potenzialmente nociva, una adeguata sperimentazione da parte di una agenzia altamente competente, indipendente e senza conflitti di interesse, una ricerca sufficientemente lunga da poter evidenziare effetti di tossicità cronica utilizzando modelli e metodi diversi in grado, quindi, di evidenziare differenti effetti biologici”;

     

    • Che il 2 Marzo 2019 presso Vicovaro (Roma) s’è tenuto il 1° meeting nazionale STOP 5G, promosso dall’alleanza italiana STOP 5G, a cui hanno aderito numerose associazioni e comitati di malati e preso parte note figure di riferimento della medicina e della scienza italiana e che dall’assise ne è poi uscito un consenso in una risoluzione in cui si chiede al Ministro della Salute di promuovere uno studio preliminare nazionale sugli effetti biologici delle radiofrequenze 4G e 5G presso un ente indipendente e privo di conflitti d’interessi con l’industria, valutata la disponibilità dell’Istituto Ramazzini e di istituire una commissione di vigilanza permanente per il monitoraggio degli effetti dei campi elettromagnetici, individuando membri della scienza e medicina indipendente, un coordinamento tra le associazioni dei malati;

     

    TANTO PREMESSO, VISTO E CONSIDERATO

    il Consiglio Comunale di Eboli (SA) impegna l’amministrazione comunale e il Sindaco a:  

    • di adottare un’ordinanza contingibile e urgente per vietare qualsiasi sperimentazione del 5G sul territorio amministrato in attesa della nuova classificazione della cancerogenesi annunciata dall’International Agency for Research on Cancer, applicando il principio precauzionale sancito dall’Unione Europea, pendendo in riferimento i dati scientifici più aggiornati, indipendenti da legami con l’industria e già disponibili sugli effetti delle radiofrequenze, estremamente pericolose per la salute dell’uomo;

     

    • opporsi riguardo l’estensione sul territorio comunale della nuova tecnologia 5G, aderendo alla richiesta di moratoria, promuovendo allo stesso tempo soluzioni tecnologiche sicure e a basso impatto ambientale e sanitario, quali il cablaggio al posto del pericoloso wireless, cominciando dai luoghi maggiormente sensibili di permanenza continuativa delle persone più a rischio (scuole, ospedali, uffici pubblici, ecc);

     

    • ad astenersi per il futuro dall’autorizzare, asseverare e dare esecuzione a progetti relativi a nuove tecnologie come il 5G che possano condurre ad un aggravamento delle lamentate condizioni di insalubrità ambientale;

     

    • minimizzare il rischio sanitario sui campi elettromagnetici promuovendo un tavolo tecnico sanità/ambiente volto a monitorare le ripercussioni dei campi elettromagnetici su popolazione ed ecosistema, individuando membri della scienza e della medicina indipendente coinvolgendo unitamente un coordinamento locale tra le associazioni dei malati e cittadinanza attiva;

     

    • attivando servizi da parte degli Enti competenti in materia, ASL e ARPAC anche con l’ausilio del mondo accademico universitario e degli istituti di ricerca indipendenti, promuovano un sistema di monitoraggio ambientale e sanitario in merito a possibili effetti indesiderati della tecnologia 5G sulla popolazione nelle aree individuate per l’eventuale installazione degli impianti;

     

    • la riaffermazione della tutela e della salvaguardia della salute umana e della tutela ambientale come valori di rilievo costituzionale, nonché beni inalienabili (articolo 9, secondo comma e articolo 32, primo comma) inoltrando pertanto la presente delibera di Consiglio Comunale ai Ministeri di Ambiente, del Territorio e della Tutela del mare, della Salute e dello Sviluppo Economico.

     

    I consiglieri comunali

    Damiano Cardiello
    Fido Santo Venerando

  • Ombre e anomalie sulla gestione comunale fin troppo evidenti.Perché rimanere in silenzio?

    In tempi non sospetti, da circa cinque anni, abbiamo lanciato l’allarme sul tema della legalità.
    Le nostre battaglie, all’inizio in solitaria, sono e restano agli atti.
    Abbiamo fatto emergere plurime illegittimità amministrative, sfociate talvolta in fatti penalmente rilevanti.
    Eppure l’ANAC, che solitamente lavora una pratica per Comune, nel nostro caso ha chiuso ben quattro pratiche con conclusioni identiche, purtroppo.
    Ad avere la meglio, infatti, non era la trasparenza e l’imparzialità amministrativa ma l’improvvisazione mista alla cultura di interessi particolari.
    E la tematica della legalità, in poco tempo, è diventata un principio politico ineludibile.
    I settori che abbiamo approfondito sono stati numerosi, tra cui Piano di Zona, parcheggi, cimitero, beni patrimoniali, rifiuti e manutenzione.
    Potremmo scrivere un libro circa le anomalie riscontrate, ma preferiamo riflettere sul momento.
    Ci avviciniamo alle elezioni comunali, con la consapevolezza che lo scontro politico con il “sistema Cariello”, così definito più volte dalla stampa locale, sarà aspro e avvelenato da un fattore evidente: il silenzio delle Autorità sovracomunali.
    Questo è il vero punto.
    Gli ebolitani hanno a cuore la legalità e trasparenza ma allo stesso tempo hanno il diritto di sapere, e il tempo stringe, se vi sono o meno contatti con la micro o macro criminalità all’interno della macchina comunale.
    Peraltro la stampa locale ha scritto fiumi di inchiostro in merito.
    La Prefettura di Salerno conosce da tempo la situazione, senza però offrire chiarimenti, nonostante richieste e solleciti formali.
    La risposta del Ministro aiuterà a capire di che cosa stiamo parlando, nel frattempo continueremo a lavorare per offrire una classe dirigente che guardi davvero agli interessi collettivi.”
  • Bar, ristoranti e pizzerie: un aiuto concreto per dargli supporto.

    La presente proposta muove dal presupposto che sia urgente offrire più spazi in strada per poter posizionare sedie, sgabelli, gazebo e dehors, con gli unici due limiti che saranno la capacità operativa del locale, ossia innanzitutto il numero dei bagni per i clienti (fino a 30 posti con un bagno) e la compatibilità con il vicinato. Verranno consentite, tra l’altro, procedure semplificate per avere le necessarie autorizzazioni.
    Con il “permesso di utilizzo temporaneo Eboli free Covid” potranno accedervi sia i locali che già hanno un’autorizzazione e vogliono ampliare l’area con i tavolini, sia quelli che invece non hanno alcuna autorizzazione.
    La richiesta andrà fatta direttamente allo Sportello Unico per le Attività Produttive del Comune di Eboli (Suap).
    Il Comune, ovviamente, si riserva comunque di fare controlli e valutare una riduzione delle aree.
    Tavolini e ombrelloni potranno essere installati nelle aree pedonali o finanche in strada, sulla carreggiata, dove vige il limite inferiore a 30 km orari, sulle strisce per la sosta, e per i locali che non hanno spazi liberi prospicienti, sui marciapiedi opposti o in un’area entro 15 metri dal proprio locale.
    L’obiettivo, infatti, è quello di venire incontro alle esigenze dei commercianti piegati dalla crisi del Coronavirus, ma anche di dare la possibilità di ospitare più clienti ai locali che hanno visto ridotta la propria capacità ricettiva a causa delle norme sul distanziamento sociale.
    Tali modalità operative avranno durata fino al 31/10/2020 e l’occupazione di suolo pubblico con arredi funzionali all’attività di ristorazione (dehors, attrezzature, pedane, tavolini, sedute e ombrelloni, con esclusione di elementi infissi al suolo) da parte dei titolari degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande” sia agli operatori già titolari di concessione di suolo pubblico, in ampliamento dell’occupazione di suolo pubblico già autorizzata, nonché a tutti gli operatori non già titolari di concessione di suolo pubblico. In entrambi i casi, il limite massimo è “commisurato alla capacità operativa del pubblico esercizio e dell’esercizio di vicinato”.
    Le occupazioni sono esonerate dal pagamento del canone di occupazione di suolo pubblico fino al 31/10/2020 ed il ristoro dalla mancata riscossione del canone Cosap è demandato alla ripartizione dell’apposito Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell’interno, con criteri di ripartizione fra gli enti interessati che saranno individuati nell’emanando Decreto Legge.
    Per il rilascio del provvedimento di autorizzazione denominato “permesso utilizzo temporaneo spazi emergenza Covid”, gli operatori dovranno presentare apposita domanda tramite portale Suap, allegando la dichiarazione del titolare dell’attività sul possesso dei requisiti e la planimetria dell’occupazione che si intende effettuare.
    Se nella domanda si allega anche la relazione tecnica asseverata, l’occupazione potrà essere immediatamente effettuata a partire dal 1° giugno 2020, nelle more del rilascio del titolo autorizzatorio. In tale ipotesi il titolare dell’attività dovrà esibire, in caso di controlli, la ricevuta telematica della richiesta presentata, la planimetria e la relazione tecnica asseverata.

  • Alloggi popolari: sisma ed eco bonus occasione unica per eliminare degrado.

    Sono anni che assistiamo famiglie disagiate che vivono situazione di assoluto degrado e scarsa manutenzione da parte degli Enti proprietari, tra cui IACP e Comune di Eboli per gli alloggi ERP.
    Raccomandate, diffide e pec non servono a colmare il “vuoto istituzionale” intorno queste abitazioni.
    Registriamo scene terribili e che fanno riflettere sul concetto di equità sociale: famiglie costrette ad avviare lavori di messa in sicurezza e manutenzione in proprio, bagni fatiscenti, problemi di umidità pressochè costanti e scarso decoro.
    Interi quartieri, tra cui il Rione Pescara, Paterno e Piazza Borgo soffrono la carenza di un piano di interventi strutturali ordinari e straordinari.
    Vivere in queste condizioni per migliaia di persone è diventato un incubo e neanche le promesse da campagna elettorale fatte e pronte per essere rifatte servono a risolvere questi problemi, anzi li aggravano.
    Una grande opportunità, vista l’emergenza COVID19 e il varo del Decreto “Rilancio” è offerta dall’eco e sisma bonus.
    Con le detrazioni fiscali al 110% per gli interventi di ristrutturazione edilizia permettono di migliorare gli edifici dal punto di vista dell’efficienza energetica, praticamente a costo zero.
    Potranno essere ristrutturati gli edifici dal punto di vista energetico ma anche messi in sicurezza.
    Gli alloggi popolari sia in quota IACP che ERP possono beneficiare della detrazione relativa agli interventi di efficienza energetica.
    Per questo motivo, abbiamo inviato una nota a mezzo pec al Commissario Liquidatore IACP Salerno e al Sindaco di Eboli, al fine di pianificare interventi mirati e ridare dignità a famiglie e residenti.
    Si tratta di una proposta operativa da sfruttare immediatamente, senza aver più problemi di risorse economiche che impediscono il benchè minimo intervento strutturale.”
    Eboli, 27/05/20

     

  • Quando le Istituzioni non funzionano: Cariello lascia 22 famiglie senza buoni spesa.

    ” Il governo ha erogato 356.000 euro di fondi pubblici per il sostegno a nuclei familiari in difficoltà, sotto forma di bonus spesa.
    L’intera procedura è stata affidata agli Enti, ma Eboli è diventata sin da subito un caso nazionale.
    Plurime anomalie, sia sulla definizione dei criteri di attribuzione voluti dalla giunta comunale sia sulla distribuzione dei voucher che ha creato non pochi imbarazzi tra la Polizia Municipale per i continui assembramenti, hanno fatto si che quella che doveva essere una grande operazione di sostegno sociale si sia tramutata in una vicenda oscura e con risvolti non ancora chiari.
    Ma vi è di più.
    In un primo momento, su 1660 istanze, avevamo 217 esclusi, 3 domande ritirate e ben 368 famiglie che non comparivano in nessun elenco pubblicato.
    Praticamente erano in un “limbo” che solo la maggioranza sapeva in quale parte del Comune era situato.
    Busillo, assessore al ramo, dichiarò nella Commissione Controllo e Garanzia del 15 aprile ” Sono in corso di verifica”, nonostante altre famiglie già avessero i buoni in tasca.
    Oggi, apprendiamo invece, che gli esclusi sono 135 e restano addirittura  famiglie senza un sussidio, a causa di risorse insufficienti.
    Pochi giorni fa, infatti, è stata pubblicata la determina n. 1041 del 14 maggio 2020 a firma del Resp. Settore Politiche Sociali.
    Dal testo si evince che ben 22 nuclei bisognosi, nonostante avessero i requisiti per ottenere il sussidio statale, non saranno soddisfatti dal nostro Comune.
    Una vera e propria vergogna, che porta nomi e cognomi dell’intera giunta comunale.
    Cariello dovrebbe chiedere scusa e poi rispondere anche alle proposta fatta da un libero cittadino  (a cui lo scrivente e altri colleghi di opposizione hanno aderito per i gettoni di presenza spettanti) di rinunciare allo stipendio di marzo e aprile siano devoluti ad un fondo ulteriore di sostegno per erogare buoni spesa anche a questi nuclei familiari.
    Non si sono smentiti i nostri improvvisati amministratori.
    Ligi alla più ottusa burocrazia e senza coraggio, non solo non hanno dato risposta ma mancano di iniziative tese a interventi equi e democratici per tutti i cittadini.
    Con tanta approssimazione e lontani dal vero equilibrio sociale, hanno leso l’immagine delle Istituzioni che, ad Eboli, vengono viste sempre più lontano dai veri bisogni della popolazione.
    Infine, come dimenticare la mancata consegna dei documenti richiesti ai membri della commissione Controllo e Garanzia, così da evitare ogni controllo da parte delle opposizioni.
    Insomma, una vicenda nata male e finita peggio.
    Ma alle critiche seguono sempre proposte: una urgente variazione di bilancio per destinare le risorse a loro spettanti, sarebbe il minimo da fare in questo momento.
    Noi siamo pronti a fare la nostra parte e loro?”