
Mancata trasparenza: con l’ANAC finisce il gioco delle tre carte.
Tutto ha avuto inizio quando, nel mese di settembre 2015, si stava per concludere la gara per l’assistenza specialistica degli alunni disabili nelle scuole, poi vinta dall’ATI Csm-Anche Noi-Centro Sipsi.
Ebbene, per questa procedura d’appalto il bando non è stato mai pubblicato, violando plurime norme in materia di trasparenza.
Abbiamo preso carta e penna, evidenziando plurime anomalie sulla mancata pubblicazione di atti da parte del Comune di Eboli e dell’amministrazione targata Cariello.
L’Autorità Nazionale Anticorruzione, previo verifica dei requisiti, ha avviato un procedimento di vigilanza ai fini del rispetto del d.lgs. 33/2013.
Pochi giorni fa è arrivata la relazione finale che, ovviamente, da ragione alle nostre doglianze e sbugiarda l’allegra “band” che governa malamente il nostro Ente.
Infatti, gli uomini di Cantone, con i loro poteri ispettivi azionati dal nostro esposto, hanno rilevato in data 5 e 6 aprile 2016 gravi carenze di contenuto della sotto-sezione “Bandi di gara e contratti” con riferimento alla omessa/incompleta pubblicazione delle delibere a contrarre, degli elenchi annuali in adempimento all’art.1, co.32, l.190/2012, dei bandi di gara; delle informazioni sulle singole procedure, degli avvisi sui risultati, degli avvisi di preinformazione, degli avvisi sul sistema di qualificazione e l’omessa pubblicazione del documento di attestazione OIV relativo al 2016.
Si sa, sbagliare è umano ma perseverare è diabolico.
Il Comune e l’amministrazione comunale hanno tentato di ottemperare alla normativa ma la successiva verifica della sezione “Amministrazione trasparente” effettuata dall’Ufficio in data 25/26 settembre 2017 – al fine di addivenire all’atto conclusivo del procedimento – ha evidenziato il permanere di carenze nella sotto-sezione “Bandi di gara e contratti”, con riferimento a:
– Delibere a contrarre: non risultano sempre pubblicate le delibere per affidamenti annualità 2016 e 2017;
– Bandi di gara: non sono risultati pubblicati i bandi relativi all’affidamento omissis (procedure del 7/2/2014 e 16/2/2016);
– Datirelativi alle singole procedure di gara ex art. 37 del d.lgs. 33/2013: non sempre risultano complete le informazioni su procedure di affidamento relative ad es. importo somme liquidate, tempi di completamento;
– Avvisi sui risultati della procedura di affidamento:non risultano pubblicati gli avvisi su procedure di affidamento;
e in relazione ai nuovi obblighi di pubblicazione introdotti dal d.lgs. 97/2016, è risultata l’omessa pubblicazione di:
– Provvedimenti di esclusione e le ammissioni all’esito delle valutazioni dei requisiti soggettivi, economici-finanziari e tecnico-professionali;
– Composizione della commissione giudicatrice e i curricula dei suoi componenti;
-Testo integrale di tutti i contratti di acquisto di beni e servizi di importo unitario stimato superiore a 1 milione di euro in esecuzione del programma biennale e suoi aggiornamenti;
-Resoconti della gestione finanziaria dei contratti al termine della loro esecuzione;
-Atti relativi agli affidamenti diretti di lavori, servizi e forniture di somma urgenza e di protezione civile.
Il consiglio dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, presieduto dal Presidente Raffaele Cantone, nella seduta del 11 ottobre 2017 ha dovuto emettere un provvedimento d’ordine volto all’attuazione di disposizioni di legge in materia di trasparenza, con il contestuale adeguamento del sito web istituzionale del Comune di Eboli alle previsioni del d.lgs. 33/2013, ricordando che in caso di mancato riscontro si procederà con sanzioni.
Il provvedimento è stato comunicato al Responsabile della prevenzione della corruzione e della trasparenza, all’amministrazione comunale nonché all’organismo indipendente di valutazione (OIV).
Una figuraccia che non registra precedenti nella storia della politica nostrana e che gli ebolitani porteranno in ricordo della peggior giunta dal dopoguerra ad oggi.
Come dimostrato le nostre azioni sono sempre volte al rispetto della #trasparenza ed #imparzialità dell’azione amministrativa, nonostante la resistenza di Dirigenti comunali e amministrazione dilettantistica.
Continueremo a vigilare e richiedere l’intervento delle Autorità preposte, al fine di riportare la #legalità al centro dei procedimenti da adottare

Immobili al centro storico: il paese dei balocchi e lo scandalo continua
Sarà il clima natalizio oppure la bontà di questa amministrazione comunale, ma quanto pubblicato in questi minuti non può e non deve passare inosservato.
Ad Eboli, lo ripetiamo da mesi, esiste un grave problema di illegalità e parzialità dell’azione amministrativa nella gestione del patrimonio comunale.
Tanti tantissimi giovani per comprare un appartamento dove risiedere, a causa delle difficoltà economiche, accedono ad un mutuo e con grandi sacrifici di anno in anno pagano il dovuto.
Nella nostra Città, invece, accade il contrario.
Per gli immobili nel centro storico adibiti ad abitazione si è generato un sistema di favoritismi vergognoso che ha permesso l’immissione nel possesso dei beni senza però incassare le somme spettanti nelle casse comunali.
Soltanto grazie al lavoro svolto dalla Commissione Controllo e garanzia abbiamo potuto verificare l’elenco completo dei morosi e singole situazioni debitorie che lasciano di stucco.
Stiamo parlando di ben 68 appartamenti venduti con bandi pubblici a partire dal 2001 per un valore totale pari ad € 5.785.365,34.
Ad oggi risultano versati solo € 4.158.884,62, nonostante i privati abitino e si siano immessi nel possesso dei beni.Si registra dunque un ammanco per il Comune pari ad € 1.626.480.72 di somme che i singoli ancora non hanno versato.
In alcuni casi si è proceduto al solo versamento del deposito cauzionale pari al 10% del prezzo finale, senza poi procedere alla dazione finale.
Tra i morosi in elenco compaiono anche congiunti di amministratori locali e volti noti.
Lo abbiamo detto in consiglio comunale nella seduta del 27 novembre, quando si affrontò proprio la delicata tematica della gestione del patrimonio comunale, tra evidenti favoritismi e diffuse illegalità.
Oggi siamo costretti a ritornare sulla tematica, a seguito della pubblicazione della determina n. 2437 del 13/12/2017.
La Sig.ra M.S. in data 14.01.2005 e successivamente in data 06.08.2005, stipula i contratti per l’acquisto di due immobili adibiti ad uso abitativo nel centro storico, specificamente i lotti Tf1 e Tf2 entrambi siti in via Marcangione.
Per il lotto TF2 il prezzo d’acquisto era fissato in € 59.650,77 ma risultano versati solo €29.830,46, mentre per il secondo appartamento il valore di vendita era stato fissato in € 36.565,15 ma, anche in questo caso, sono stati versati solo una parte dei soldi ovvero € 10.969,51.
Dopo ben dodici 12 anni di mancato incasso da parte del Comune per un totale di € 55.416,90,senza nessuna azione di recupero crediti messa in atto né uno sfratto per morosità, il Resp. del Settore Patrimonio ha avallato una scelta inconcepibile.
In pratica è stata concessa l’ulteriore possibilità di scorporare una somma anticipata per l’acquisto del fabbricato T1, a seguito di rinuncia, per compensare la spesa del fabbricato T2 che, allo stato, mancherebbe ancora del saldo finale.
Ma vi è di più.
Si parla addirittura di “opere di completamento dell’alloggio TF2” che, previa verifica e quantificazione delle stesse da parte dell’Ufficio Lavori Pubblici, potranno essere riconosciute e, dunque, ulteriormente scorporate.
In questi minuti abbiamo depositato una interrogazione comunale urgente per sapere: 1) perché non si è proceduto allo sfratto per #morosità di tutti gli acquirenti; 2) perché non è stata avviata alcuna azione di recupero crediti nei confronti degli stessi; 3) se i relativi contratti sottoscritti prevedono clausole di rescissione in caso di mancato pagamento;4) se si, perché non vengono risolti; 5) quali motivazioni economiche hanno spinto il Resp. Settore Patrimonio ad avallare una scelta che comporta un mancato incasso certificato per l’Ente pari ad € 55.000; 6) come è stata utilizzata l’abitazione denominata T1 nei dodici anni di possesso e se è stata concessa in fitto a terzi; 7) come è stata utilizzata l’abitazione denominata T2 sino ad oggi e se è stata concessa in fitto a terzi.
La battaglia per risanare i conti del Comune continuerà investendo la Corte dei Conti per accertare le responsabilità di questo enorme #scandalo erariale.